Scrittura creativa: dell’ispirazione e dei suoi misteri.

“E d’un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all’ispirazione.” (cit. da “Arancia Meccanica”)

Tanto mi è sempre bastato per non nutrire molta simpatia per il personaggio che esprime il concetto, Alex De Large, e per maturare un’opinione personale e più o meno sensata del dell’idea di ispirazione. Sorvolando sull’analisi di Arancia Meccanica, passo direttamente al nocciolo della questione.

Ispirazione e scrittura: esercizi di creatività

Cos’è l’ispirazione?

E’ ovviamente un meccanismo naturale, intuitivo, poco intuibile a volte, viscerale, subordinato ad uno stato di vivace sensibilità cerebrale che ci conduce verso l’anticamera di idee che possono, o meno, essere importanti. La genialità lasciamola riposare un attimo.

L’ispirazione è simile ad un guizzo, al momento in cui si intuisce il meccanismo di un processo. Non è il processo in sè. Non è neanche la sua ombra. E’ più probabilmente la sua origine.

Ho sempre trovato molta superficialità in chi sostiene che per lavorare a qualcosa di artistico sia necessaria l’ispirazione intesa come fuoco sacro che brucia senza bisogno di essere alimentato. Trovo che un approccio del genere ad un qualsiasi progetto sia deleterio per la sua buona riuscita, innanzitutto perchè ci si focalizza solo sull’idea e non sul corpus e poi perchè si perde di vista l’organizzazione del lavoro che obbligatoriamente deve ruotare attorno al concetto primordiale di ispirazione.

ispirazione e scrittura

Proprio per questi motivi, in ambito di scrittura creativa, credo sia fondamentale precisare che l’ispirazione è il risultato di una serie di atti ed attività che poco hanno a che vedere con l’essere visionari, ma che invece stringono un patto di sangue con lo studio, l’organizzazione e l’analisi del proprio progetto.

Per essere più precisi, dietro un valido prodotto  non c’è solo una potente ispirazione piombata dal cielo in una notte in cui non riuscivamo a dormire e che ci ha rivelato un’idea che abbiamo appuntato sulla federa del cuscino stenografandola per non perdere la potenza del flusso creativo. Potrebbe succedere, certo, ma quasi sempre non è così.

Il più delle volte il nostro cervello elabora dal mondo esterno una serie di stimoli che si manifestano nei momenti più disparati e che necessitano di essere ricollocati attraverso incroci, tentativi ed esercizi in modo da poter essere definiti “progetto artistico”.

In virtù di questa visione, è facile capire che l’ispirazione è qualcosa di molto più reale di quanto si immagini e che ha bisogno di pratica e dovizia matematica per diventare arte, o qualcosa che comunque abbia un senso compiuto.

Cosa si può fare quindi per poter esercitare la propria ispirazione?

Innanzitutto sedersi sempre e comunque davanti al pc o al foglio di carta, anche solo per pochi minuti, perchè convincersi di non avere ispirazione equivale a sottomettersi alla propria pigrizia. Possiamo leggere, scrivere parole a caso, prendere appunti, ascoltare musica, distrarci navigando; l’importante è mantenere la postazione senza lasciarci andare al pensiero di non avere nulla da dire.

Dedicarsi alla schematizzazione del proprio progetto letterario è un secondo passo che può aiutarci nell’esercitare l’ispirazione. Vedere le cose a blocchi è molto più utile e proficuo che pensarle nella loro interezza.

Il terzo consiglio è quello di osservare sempre ciò che ci circonda e di non aver paura di distinguere le sfumature, sono proprio i dettagli che stimolano maggiormente il nostro intelletto e, quindi, l’ispirazione. Scriviamo pure parole in libertà pensando a ciò che più ci piace, elenchiamo aggettivi, combiniamo parole e giochiamo con esse come se fossero pezzi di costruzioni da mettere insieme.

Se proprio non ci sentiamo ancora svincolati dal blocco che ci attanaglia, un ulteriore validissimo esercizio è sfogliare il dizionario, leggerlo proprio come se fosse un libro; è come viaggiare direttamente all’interno delle parole scoprendone nuovi significati e nuovi accostamenti, imparando ad amarle e facendole diventare nostri preziosi amici.

Se anche dopo questi esercizi di ispirazione e scrittura creativa ci sentiamo ancora privi di forza, le possibili soluzioni sono due. O è la nostra idea a non essere così potente come credevamo inizialmente o abbiamo solo bisogno di riposare, riordinare le idee e ritrovarci.

Magari con qualche quadretto di buon cioccolato.

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10 commenti

  1. curioso il punto di vista che l’ispirazione si debba nutrire di pratica e dovizia matematica per sbocciare…ci ragionerò analiticamente su….chissà che non trovi…..ispirazioni :-).

    ho curiosato un pò stuzzicato dal link su Inst.

    Abito anche io tra le corse sulla ciclabile e le salite a san luca 🙂

    1. L’ispirazione si nutre sempre di pratica, io sono la prova provata del fatto che questo processo si componga di più fasi. Tendenzialmente pigra, se non mi fissassi alla sedia e se non avessi esercitato l’ispirazione iniziale, nessuna delle mie idee avrebbe mai trovato compimento. Meditazione o corsetta al Ghisello e un gelato della Funivia possono essere un valido compendio comunque! 😉

  2. Sono sostanz d’accordo anche se lo stato d’animo il proprio karma sono elementi necessari e sufficienti….altrimenti tutti sarebbero scrittori semplicmente con l’esercizio pragmatico…però sono sost d’accordo con te…in partic per gelato e corsetta ….e se corri li ci saremmo di certo incrociati 🙂

    1. Infatti un punto di partenza è fondamentale, ma senza l’esercizio costante e la costruzione quasi matematica del proprio progetto, tutto sfuma. Come ti dicevo, ho testato su me stessa che, per quanto si possa aver avuto un “lampo di genio”, se si lascia tutto alla mera ispirazione non si andrá mai avanti. Invece, con costanza e pratica, quel guizzo può diventare una bellissima scia piena di luci e sfumature. 🙂

      Corsette? In questa pratica sono ancora carente… preferisco la Funivia. 😛

  3. Ti credo 🙂 ci vuole un approccio rigoroso…specie con un progetto ben chiaro da sviluppare….
    La funivia vince sempre!slurp!!

  4. Mi trovi sostanzialmente d’accordo. La scittura ha bisogno di pratica, e tanta, anche.
    Non basta l’ispirazione.
    Mi sembra realistico pensare però, che proprio perché la pratica aiuta, sempre più spesso assistiamo agli arzigogolati esercizi di sedicenti scrittori affetti da “lack of genius” insomma, mancanti di ispirazione. Siamo d’altronde uno dei paesi in cui si legge di meno e si continua a scrivere, troppo e male. Spesso gli scrittori autentici non sono neanche nelle classifiche di vendita delle grandi case di distribuzione.
    Bell’articolo.

    1. Innanzitutto grazie per essere passato! 🙂
      Diciamo che questi miei consigli sono rivolti a chi quel minimo di guizzo creativo ce l’ha già ma fatica a concretizzarlo. Ecco, credo che sia un caso molto frequente. La genialità, purtroppo, è di pochissimi. Una costante pratica applicata ad una buona idea invece è una soluzione auspicabile più facilmente. 🙂 anche il calciatore più talentuoso senza allenamento perde la sua virtù!!!

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