Il primo appuntamento: da Cenerentola a Pretty Woman il nostro tempo delle mele.

Mi stavo arrovellando su cosa potervi raccontare quest’oggi e tra le varie cose me n’è venuta in mente una a dir poco imprescindibile: il primo appuntamento.

Ora, non mentiamoci spudoratamente, tanto ce ne accorgeremmo alla prima goccia di fondotinta colante, siamo figlie di Pretty Woman e di Cenerentola, siamo nate predestinate a sognare il principe azzurro, siamo state pasciute a libri, film, telefilm e canzoni che ci fanno sognare l’attimo in cui “Egli” compia una qualsiasi fatidica azione che ci faccia inciampare sul nostro triste destino per trasformarlo in una sequenza ad alto tasso glucidico, accompagnata ovviamente dalla canzone de Il tempo delle mele. Il nostro primo vagito urlava: “primo appuntamento“.

il primo appuntamento e il tempo delle mele

Il primo appuntamento però, sappiamo anche questo, nasconde spesso terribili insidie, pericoloso come un cono gelato in agosto o una cerniera lampo dopo le vacanze di Natale. Insomma, la catastrofe è sempre imminente. Secoli di storia ce lo hanno insegnato, il copione è sempre lo stesso, anche se le mode, i gusti e gli atteggiamenti cambiano; la prima volta che si esce da sole con un ragazzo non è nulla di nuovo, eppure è sempre, ogni volta, costantemente, irrimediabilmente, un saliscendi di farfalle allo stomaco e di snack sulle cosce che non vorremmo mai aver mangiato nelle solitarie serate sul divano. Nulla di irrimediabile, basta non commettere quei piccoli errori che spesso non teniamo in considerazione.

Primo appuntamento: cosa fare ma, soprattutto, non fare.

Per cortesia, non ossessioniamo i nostri poveri specchi, già sottoposti ad interminabili sedute vesti-svesti, con monologhi del tipo “Essere o non essere, io sono il problema! Gli piacerò o non gli piacerò?”. Se ci ha chiesto di uscire un motivo ci sarà, no? Gli piacciamo, gli piacciamo. Quindi ora cerchiamo di non farlo scappare grazie alle paranoie con le quali noi signorine siamo abilissime. E cerchiamo anche di non farlo fuggire con dosi da stregoneria di profumi afrodisiaci o pseudo tali che abbiamo comprato su internet senza neanche provarli, o trasformando i nostri faccini in pareti ricoperte di stucco veneziano (che, ve lo dico, non va di moda più da nessuna parte).

Naturalmente (obbligatorio per il primo appuntamento) al bando anche outfit di dubbio gusto, e con questo intendo scollature inguinali e minigonne alla scoperta della Patagonia. Il risultato sarebbe solo quello di far avere al malcapitato una crisi di ansia da prestazione trovandosi di fronte una “professionista del mestiere” (e noi sappiamo quale) o di doversi preoccupare che non vi becchiate una tonsillite acuta cronica con triplo salto carpiato e avvitamento finale sulla laringe.  Adottate un look carino ma sobrio, ovviamente adattatevi al tipo di appuntamento che vi si prospetta, un cinema o un ristorante chic richiedono look differenti.

In un primo appuntamento sono naturalmente fondamentali alcune piccole norme comportamentali, diciamo accortezze per non sembrare appena scese dal treno proveniente da Buzzurrolandia. Teniamo a freno quindi curiosità, morbosità, opinioni su tutto e tutti; evitiamo di chiedergli se sua madre ha mai tradito suo padre o se è vero che sua sorella è stata col segretario del direttore della banca del Bingobongo. Cerchiamo di non travolgerlo con domande sulle sue ex in stile caccia alle streghe e di non spiattellargli tutte le nostre love stories o avventure nel tentativo di ingelosirlo. Il risultato sarebbe solo una fuga con biglietto di sola andata. Ah, questo lo dico soprattutto a me, non fissiamolo troppo. Potrebbe sentirsi un tantino sotto osservazione, come dal medico durante la visita militare.

A tavola invece cerchiamo di essere disinvolte. Il primo appuntamento dovrebbe servire a favorirne altri, non ad auto distruggerci le speranze come il running alle 6 di mattina. Evitiamo cibi che non sappiamo mangiare (l’astice è un validissimo esempio di ferocia nemica del bon ton), evoluzioni con il calice di vino come se fossimo ginnaste in gara per la medaglia d’oro, tagli di carne dagli oscuri nomi francesi che forse abbiamo appena sentito nominare da Carlo Cracco a Masterchef (se esiste ancora donna che ne ignora l’esistenza, rimando al suo sito per apprezzare la succulenza della bistecca) ed epopee sull’uso e il posizionamento corretto delle posate.

Al momento del pagamento evitiamo le pietose scene sulla parità dei sessi e i diritti ottenuti grazie alle femministe che settordici anni fa hanno combattuto le nostre battaglie; se vuol pagare, lasciamolo fare. E’ un modo che, nonostante il passare degli anni, riesce a far sentire un uomo galante e in postazione di comando. Perché togliergli quest’illusione (anche perché, detto tra noi, ci saranno mille modi con cui dovremo pagare il salatissimo conto di quella prima cena!)?

Siamo a fine serata, e a questo punto, io posso consigliarvi ben poco. Ci sono magie che hanno bisogno di tempo, altre di grandi prestigiatori, altre ancora si compiono mentre noi neanche ce ne accorgiamo. Ad ognuna quindi un cilindro da riempire o dal quale far sgattaiolare buffi coniglietti. Siamo romantiche, lo so… ma se proprio devo dirvela tutta, lasciate che il mantello resti sulle spalle del mago, almeno per questo primo appuntamento. Le magie più attese sono sempre quelle più belle… anche solo per farvi portare a cena un’altra volta!!!

You may also like

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *