Io sono una muchacha troppo sexy.

Capita a tutti di fare cose sbagliate.

Oggi, ad esempio, a me è venuta la sciagurata idea di fare pausa guardando il video di Muchacha, l’ultima canzone di Lady Tata in Giggidalessio, al secolo Anna Tatangelo.

E no, non mi è passato tra i neuroni nessun musical flash mob dei miei, perchè il testo di Kekkodeimodà interpretato da Lady Tata me li aveva bruciati tutti, neanche il tempo di arrivare al secondo ritornello.

Ora, io non voglio essere quella che ha sempre una buona parola per tutti, che poi non sia mai a qualcuno venisse in mente di dire che sono una rosicona e che non si parla male della gggente, ma per cortesia, la piantiamo di scrivere e cantare cose che fanno schifo? 

Questa è una canzone di merda, ecco la verità. Con buona pace di Kekkodeimodà, di Lady Tata, di Gigggino e di tutti i fansss che urlano al Gomblotto.

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Crucchi, calma. Siete quelli che indossano sandali e calzini bianchi.

Benissimo, la vendetta tedesca si è compiuta.

Dopo essere stati battuti dal Brasile durante la finale dei Mondiali del 2002, i crucchi ieri hanno ben pensato di prendersi qualche soddisfazione, con i dovuti interessi, e umiliare (sì, umiliare, ma il gioco funzia così) i padroni di casa, già spompati da inizio Mondiale.

Ma questo non è un post calcistico, chè sarei credibile quanto Maga Magò vestita da Jessica Rabbit, quindi termino qui le mie riflessioni sul caso.

Io volevo porre l’attenzione su un’altra faccenda: il peccato e la vergogna dei calzini bianchi indossati con i sandali.

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Di ritmi lenti, lievito madre e piccoli piaceri.

I mesi estivi per me significano lentezza.

Hanno il suono pigro delle cicale che infrangono il silenzio della pennichella pomeridiana.

Hanno il profumo fresco e atavico della conserva di pomodoro. Quella che assaggi ad occhi chiusi sul pane ancora tiepido.

I mesi estivi hanno la memoria della risacca e la spensieratezza dei campi di papaveri, che sanno di aver vita breve, ma proprio per questo la infiammano e la riempiono senza risparmiarsi.

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The Rocky Horror Beach Show.

La stagione del tutti a mare a mostrar le chiappe chiare si è ufficialmente aperta e, come ogni anno, porta con sè gioie e dolori, opere d’arte e tanta arte di opera di misericordia.

A me in spiaggia non schifano smagliature e rotolini, che con un po’ di buon gusto possono essere mimetizzati (sì, me lo ripeto ogni giorno).

A me schifa la gente tamarra. E non tamarra tipo che indossa il costume anni 90, che se mi entrassero, indosserei anche i miei di quegli anni, dato che ne avevo uno color pavone che canterei “Il ballo del qua qua” in armeno pur di poterlo mettere ancora. Tamarra proprio. Dentro. Fin nel colesterolo, quello cattivo. 

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Dimmi cosa googli e ti dirò chi sei.

“Ogni mattina, in Africa, una gazzella si sveglia, sa che deve correre più in fretta del leone o verrà uccisa. Ogni mattina, in Africa, un leone si sveglia, sa che deve correre più in fretta della gazzella, o morirà di fame. Quando il sole sorge, non importa se sei un leone o una gazzella: l’importante è che cominci a correre…” 

Ogni mattina, a Bologna, io mi sveglio alzo, faccio pipì, metto le lentine, preparo il caffè, apro uno yogurt o una confezione di polpa di frutta, mangio dei biscotti o dei cereali di varia foggia, guardo le notifiche, leggo un po’ di notizie e visiono le statistiche del blog. Senza correre, chè sono un bradipo e sono molto pigra.

Questa cosa delle statistiche del blog mi diverte un sacco.

Perchè? 

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