Capodanno: (Carlo) Conti alla rovescia, ricchi premi e cotillons.

Ci siamo quasi. Il fatidico momento della fatidica domanda è ormai giunto: cosa fai a Capodanno?

Orde assassine di comitive festaiole stanno già invadendo i gruppi su Whatsapp facendo cinguettare rrrrripetutamente quei telefony che entro il 31 dicembre diventaranno sempre meno smart e sempre più sfatt.

Il mio Capodanno è generalmente sempre lo stesso: cenone d’ordinanza in famiglia e poi uscita con sorelle e amiscy dopo la mezzanotte, giusto il tempo di far scemare il fuoco artificiale nemico e di far fare effetto alla Citrosodina.

Il mio Capodanno è generalmente sempre lo stesso anche per un altro motivo: la presenza di Carlo Conti come special guest. L’invitato speciale di mia nonna. La conditio sine qua non, più del gamberone grigliato e dell’insalata di rinforzo della vigilia di Natale.

No Carlo Conti, no party.

Abbiamo già provato a far finta di niente, a far orecchie da mercante (in fiera), a manomettere i canaly, a simulare la voglia di un cartone animato a caso, a recidere i cavi, a mettere le stesse repliche di Real Time, ma nulla. Nonna Gina ha bisogno di Carlo Conti, e Carlo Conti ha bisogno della sua fan più sfegatata che, ne siamo certi, vorrebbe invitarlo a cena per raccontargli le storie di Peppe Poptipò (personaggio mitologico dei racconti nonneschi).

Il Capodanno con Carlo Conti ha sempre quel fascino triste che neanche l’ascolto di un disco di Aznavour in piena crisi sentimentale potrebbe battere. Reca seco una speleologia dello spettacolo che manco gli archivisti della Rai sanno bene come sia potuta accadere. Nessuno si spiega come possa succedere che sullo stesso palco si ritrovino i fantasmy degli anni passati, di Gloria Gaynor e degli Spandau Ballet, tutti insieme.

Il Capodanno con Carlo Conti è triste. Di quella tristezza che ti viene il riso nervoso ed io e le mie sorelle cominciamo a fare i veleny mischiando nei bicchieri prosecco, Coca Cola, briciole di pane, canditi, struffoly e ogni genere di rimasuglio rimasto a tavola.

Non possiamo ridere troppo però, perchè nonna Gina si incazza dato che il nostro vociare copre le note del più triste revival mai esistito. Si impossessa del telecomando che diventa per l’occasione una splendente spada laser con cui governerà le ultime ore che ci separano dal nuovo anno.

Il Capodanno con Carlo Conti è triste, ma ancora più triste è il conto alla rovescia. Quando tutti salgono sul palco e a me viene voglia di nascondere la testa nella pentola delle lenticchie ed uscirne usando lo zampone a mo’ di marionetta. Forse distoglierebbe l’attenzione, ma la soluzione più semplice è andare in bagno, contare fino a dieci ed uscire vittoriosa quando ormai anche questo conto alla rovescia si è rovesciato sull’umanità.

Carlo Conti, vuoi tu venire a cena a casa nostra quest’anno e prendere come tua fedelissima ancella nonna Gina?

(post solidale per la campagna Adotta un Carlo Conti a Capodanno)

capodanno carlo conti

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1 commento

  1. ahahahah ti adoro
    diciamo che già trovavo adorabili i tuoi post, ma questo è uno dei più divertenti, stavo scomPisciandomi addosso …..
    hai ragione il capodanno di mammarai diventa ogni anno più triste, ( tagli al budget ) non ne sono sicuro ma credo che l’anno scorso ci fosse Orietta Berti più qualche altro redivivo alla bobbysolo ed onestamente solo al pensiero di iniziare un nuovo anno in compagnia di gente che già cantava ai cenoni di tutankamon ….. mette i brividi

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