Quando “L’amore non è un film”. Ce lo racconta Giovanna Gallo.

Dichiarazioni d’amore sotto una pioggia battente, proposte di matrimonio urlate al gate dell’aeroporto, caffè bollenti che cadono senza ustionare mani super manicureggiate, fogli che si spargono ai sette venti e incontri catartici. Per noi signorine cresciute a Pretty Woman e Sex and The City, svezzate e pasciute a biberon di lacrimoni e cuori in pappa, l’amore è come un film. Romantico, drammatico, legato a doppio nodo a precise congiunzioni astrali che fanno sempre prima o poi il proprio dovere.

Ma è davvero sempre così? Non raccontiamoci più favole di quelle che la nostra gastrite può sopportare, su. Ad aiutarci, Giovanna Gallo aka @gioska23, autrice di “L’amore non è un film” (Imprimatur editore) che, di pagina in pagina, sfata tutti i clichè delle commedie romantiche con dissacrante ironia e realistica precisione.

Digital Pr, Social Media Strategist, blogger calabrese ma adottata da Torino, Giovanna Gallo ne sa una più del diavolo (che veste Prada, ça va sans dire). Se ancora non la conoscete o volete approfondire la sua conoscenza, contattarla, seguirla sui social, leggere il suo blog e acquistare il suo libro, cliccate qui.

Noi, intanto, ci facciamo quattro chiacchiere.

giovanna gallo

 

Innanzitutto benvenuta Giovanna. Mi fa tanto piacere averti qui, siamo corregionali, abbiamo entrambe il problema di dover domare la chioma e siamo accomunate dalla passione per le commedie romantiche. Mettiamoci comode. Un drink, un tè o un caffè? E magari svelaci anche i tuoi trucchi anticrespo…

Il problema è solo uno: non ho ancora scoperto un rimedio anti-crespo! Ho investito neuroni nella ricerca e soldi nell’acquisto di robaccia che non riesce a domare le mie chiome pure così malleabili. Insomma, Anna, non so cosa dire, mi hai gettata nello sconforto, non so se me la sento di continuare…

Se “L’amore non è un film”, cos’è? Facci subito piangere un po’, da brave chick lit addicted.

Beh, per me l’amore è una cosa tipo: Ok, oggi ci amiamo tantissimo, siamo due piccioncini e non riusciamo a staccarci le mani di dosso, però può essere che domani non sia così. Magari domani ci rivolgeremo due parole sì e no, e neanche un abbraccio. Andrà bene così, perché a volte l’amore sale e scende, pur rimanendo presente, come una costante. Ma anche in quelle giornate in cui non si è i fidanzatini perfetti, alla mattina ci si dà il bacio del buongiorno e alla sera non si dorme senza la buonanotte. Io almeno faccio così, sennò non sono in pace. Poi il giorno dopo si ricomincia col giro, con onestà e buona volontà.

Ho riso molto leggendo le tue righe e penso che, perchè succede anche a me, quando si riesce a divertire qualcuno è perchè per primi ci si sente a proprio agio in quel contesto. Tu come hai vissuto la scrittura del libro? Aneddoti? Curiosità?Catastrofi?

Avendo un lavoro di ufficio e solo due mesi per consegnare alla casa editrice, ho scritto durante il weekend. Il problema di un libro che deve risultare divertente o quanto meno ironico è che se tu, per prima, non hai voglia di essere divertente o quanto meno ironica, non c’hai voglia, è inutile, non ti viene fuori niente di brillante. Lì sono casini, perché il libro si fonda tutto su quanto tu riesci a essere brillante e quindi certe volte mi sono detta: oggi non ci riesco, meglio farlo quando sono ispirata, o ho qualcosa da dire. Molte cose le avevo già in testa, altre sono state partorite insieme ad amiche molto attente. Il capitolo sul cinema italiano l’ho fatto in collaborazione con la mia migliore amica Paola, a cui il libro è dedicato.

I clichè delle commedie romantiche. Premetto che mai mi sono trovata in situazioni del genere, ed escludo volutamente la serenata telefonica (familiare, perchè anche il padre suonava la fisarmonica) che mi fece il mio ragazzo di quando avevo 14 anni a suon di Gigi D’Alessio e Calabrisella mia, ma se proprio dovessi sceglierne uno da depennare, sicuramente sarebbe quello della dichiarazione sotto la pioggia, dato che vorrei evitare l’effetto capelli Marcella Bella mentre lui si incasina l’esistenza per il resto dei suoi giorni. Tu quale scongiureresti?

Tutti quelli che hanno a che fare con cose avventurose (tipo dichiarazioni a cavallo, o appesa a una roccia, che ne so) e con il movimento fisico. Insomma, mi va benissimo una proposta sul divano, ma che sia romantica, eh! 

Se il tuo libro fosse:

  • Una canzone: Le mie parole di Samuele Bersani
  • Una città: New York, che nella mia mente è la NY di Sex&the city o di I Love Shopping o di Friends, insomma, una città che non esiste ma che è tanto bella.
  • Un cibo: pollo fritto e patate dolci. Gli americani non mangiano altro, nei film!
  • Un luogo: un parco sotto la pioggia
  • Un desiderio: capelli sempre perfetti come le eroine delle commedie romantiche
  • Uno scherzo del destino: l’equivoco di lui che pensa “Sei a Milano e ti raggiungo” e lei che pensa “Sei a Torino e ti raggiungo”, così si ritrovano uno a Milano e uno a Torino e non riescono a beccarsi. Però la cosa è talmente romantica che si ritrovano entrambi a ridere al telefono come i due idioti quali sono.
  • Un momento della giornata: il brunch!

giovanna gallo

Online sei molto attiva, anche perchè fa parte del tuo lavoro. Tra le persone che hai conosciuto, che frequenti o che hai anche solo seguito, c’è qualcuno che potrebbe far parte di una commedia romantica e che incarna o subisce, in maniera simpatica, i clichè che hai sfatato?

Forse Francesca aka Tegamini, che è una super brillantona: un paio di volte, nella sua vita, ha sfiorato la situazione da commedia romantica e, per questo, io la invidio molto. Lei in effetti me la vedo bene, come novella Emma Stone: quelle protagoniste buffe ma adorabili che a un certo punto dicono un sacco di parole perché sono imbarazzate, o incasinate, o semplicemente logorroiche, poi arriva lui e per zittirla la bacia. Francesca, sei scritturata!

Non so a te, ma a me non è mai successo di dover scegliere tra un Colin Firth e uno Hugh Grant (e per inciso, sceglierei tutta la vita Hugh). Ecco, se dovesse capitarti una cosa del genere, come te la immagini? Con tanto di titolo e colonna sonora.

Titolo: Hugh lo stropicciato sceglierò sempre te, colonna sonora: You make my dreams come true di Hall&Oats. Titoli di coda.

Ma Davide, tra le dune del deserto, non ha neanche fatto un accenno di proposta di matrimonio?

No. L’alba, tra le dune, era un momento perfetto, e lui invece ha preferito la sua reflex a me. Scherzi a parte, la storia della proposta è una cosa che è diventata un tormentone, ma non è che ci pensi poi così tanto. Prima abbiamo davanti, come coppia, un paio di step ancora più impegnativi di un matrimonio e quindi procediamo per gradi.

Quasi in chiusura, tre consigli che ti senti di dare a chi vorrebbe fare della scrittura il proprio lavoro.

Il problema è che io stessa non ho fatto della scrittura il mio (principale) lavoro, quindi è difficile dare consigli! Pur scrivendo da moltissimi anni, sempre retribuita e anche su magazine nazionali, non posso certo dire che potrei vivere solo di questo. Infatti faccio la consulente di marketing in un’agenzia, tengo corsi di formazione e a questo aggiungo tutta l’attività editoriale. L’unica cosa che ho imparato da questi anni di lavoro trasversale su web e carta, e sugli argomenti più disparati, è di essere molto versatili e di farsi una bella ripassata di grammatica italiana. Anzi, la seconda cosa va al primo posto, poi viene tutto il resto.

Dove potremo incontrarti nel prossimo autunno-inverno? Presentazioni, workshop, incontri, festival, eventi vari?

Dal 13 ottobre terrò un corso a Torino nello spazio co-working del Lombroso 16, sul Social Media Marketing per principianti. E poi sono in programma sicuramente due presentazioni de L’amore non è un film a Torino e Milano, dopo quelle estive nella mia terra, la Calabria. L’11 ottobre invece sono a Bologna per i TA14, l’evento annuale dedicato agli addicted di Twitter ideato da Davidelico, Rudybandiera, Skande & Co. Che è una bellissima festa in cui tante persone che hanno costruito un’amicizia online possono finalmente passare all’offline e conoscersi.

Un grazie a…

  • Una persona: ringrazio Davide che dopo aver letto tutto il libro, non sapendo assolutamente niente di film d’amore, mi ha detto: mi ha fatto ridere solo il capitolo sul cinema italiano. E poi amore, ha aggiunto, ‘ste cose te le sento dire da anni. Non ne posso più. Questo mi spinge a fare sempre meglio. Il prossimo libro deve farlo ridere per almeno 3 capitoli, sennò mi ritiro.
  • Un artista: così come analizzo film e scene ricorrenti, mi diverto da sempre ad analizzare canzoni cervellotiche. Quindi, per avermi sempre ispirato, io ringrazio a gran voce Samuele Bersani, Fabi, Gazzè, quei tristoni dei Radiohead, che metto su quando sono angosciata per uscire dalla sessione musicale ancora più angosciata.
  • Un momento della tua vita: tutti quelli legati alla scrittura, alcuni belli e altri non faticosi, ma sempre formativi.
  • Un mentore: le mie prof di italiano delle medie e del liceo. Sembra una banalità, ma se a quell’età non c’è nessuno che ti spinge a continuare su una strada che senti tua, sei segnato per sempre. Io sentivo che la scrittura avrebbe fatto parte della mia vita e loro sono state brave a correggermi quando ce n’era bisogno e a dirmi vai avanti! quando me lo meritavo.
  • Un pensiero: Ci penserò domani. Mi piace procrastinare i pensieri brutti, anche se poi li affronto sempre. Domani, però.
  • Un sogno: avere almeno 10 libri in libreria tanto da meritarmi il cognome identificativo sullo scaffale!
  • Una tua qualità: sono sicuramente una ottimista. Non mi perdo d’animo mai, e vado avanti anche se non ne ho voglia. E se proprio non ne ho voglia, mi faccio un esame di coscienza e cambio strada.

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