Tu mi shock con gli shorts.

Dio li fa e poi li accoppia.  Dio li fa ed io le accoppo. Non suona molto meglio?

No, perchè l’estate non è neanche iniziata (o forse è già finita, considerando i 17° odierni) e già non ne posso più di vedere chiappe, chiappine e chiappone sventolate a tutta birra e messe in mostra da shorts improponibili.

Shorts, si, quei ritagli di stoffa, jeans o residui dei regali del decimo compleanno della collezione Benetton 0-12 che molte donzelle hanno deciso di risfoderare incuranti di quelle 4 taglie in più che il passare degli anni normalmente regala. E non parlo di ciccia e rotoli, ma di comuni parametri di crescita.

shorts

Vedo la gente orribile, le natiche segnate da una riga rosso porpora, le tasche spiegazzate che fanno capolino, linee inguinali che strizzano le cosce. E a me viene solo voglia di mettermi accovacciata in un angolino e dondolare. 

Dondolare finchè la testa non mi gira così tanto da cadere tramortita a terra, sbattere e dimenticare tutto.

Finchè le mie facoltà mentali sono più o meno dalla mia parte e finchè alcune amiche come Lucia mi fanno riflettere sulla questione, voglio però fare una domanda: perchè lo fate? 

Non dite perchè fa caldo, non è vero. Anzi, tutte strizzate in quegli oggetti dell’orrore, il sedere vi suda ancora di più. Non vi ripugna l’idea di sedervi su un autobus qualsiasi e lasciare l’impronta sudata con la riga infrachiappe madida? Non vi prude tutto il prudibile? Non vi si arrotolano le mutande?

Nel mio mondo ideale gli shorts si sarebbero dovuti estinguere insieme a Pamela Anderson, il suo costume da bagnina, Carmen Russo in Drive In e ai rollerblades (sui quali io ovviamente non sono mai riuscita a fare più di 10metri10 senza schiantarmi sulle ginocchia e senza aver avuto apparizioni celesti).

Nuovamente penserete che io sia solo invidiosa, essendo mancante del pacchetto deluxe full optional coscia-chiappa baby one two three, come vi raccontavo qui a proposito della mia battaglia “leggings are not pants“, ma in realtà così non è.

Penso solo che ci siano degli standard di buon gusto e delle linee di confine. E guarda un po’, anche in questo caso, è sempre la vagina a segnarli.

shorts

You may also like

3 commenti

  1. Concordo Anna, ho letto con piacere il tuo post (articolo?).
    Ne approfitto per argomentare un fenomeno ormai radicato, gli esperti di buon gusto nel vestire, come per il food.
    Bisognerebbe non dare ascolto a quegli intellettualoidi che popoleggiano la TV.
    Facile fare i fenomeni con gli ignoranti, con persone che non ha mai indossato un’abito su misura. Per esempio, Il Sig. Miccio dovrebbe sapere che portare l’orlo del calzone sopra la caviglia e quindi esporla, non sta bene. Sai perché lo dico, perché mio padre ha fatto il sarto per 70 anni, e a casa mia si è sempre respirata la polvere delle pezze dei tessuti, inglesi ed italiani. Nel quotidiano vesto allaquellochecapita, ma i miei capi su misura li tengo custoditi, per quando ne ho voglia. Esatto, il piacere di vestirsi bene deve essere secondo me un piacere, quindi quando si ha l’umore giusto. Tornando ai nostri shorts, andrebbero aboliti dalle trentenni in su e concedere un permesso speciale alle stripteuse (si dice così?). Che ne pensi?

    1. Più che di età, ne farei una questione di gusto e di pertinenza. Se hai lo stacco di coscia e sei al mare, fai anche bene a metterli. No?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *