#Cosedi cambio di stagione: in sottovuoto I trust.

Gaudeamus igitur: ieri (e stamattina) ho fatto il cambio di stagione. E, giusto per essere in linea con un certo modus vivendi sempre particolare e fuori dal coro, l’ho fatto proprio nel momento in cui le temperature minime sono arrivate nuovamente a toccare i 9-10°.

Cioè, io tiravo fuori graziosi abiti floreali e svolazzanti mentre forse quel piumino da omino della Michelin avrei dovuto metterlo addosso, per spaventare il cosmo e far tornare il sole.

Fare il cambio di stagione non è divertente, soprattutto per chi accumula e/o compra compulsivamente. Necessita di ottime doti da speleologo e ti mi pone davanti ai cambiamenti di peso. Per quest’anno però mi è andata bene. Sì, sono dimagrita rispetto alla scorsa estate, volevo dirlo. Non che sia un aspetto di straordinaria importanza, ma raccontarvi cose mie un po’ mi piace.

In famiglia gira voce che io non sia una persona propriamente ordinata, invece ho persino cassetti separati per mutande, reggiseni, canottiere/top e calzini (che piego tutti nello stesso verso), stendo il bucato in maniera simmetrica abbinando le mollette ai singoli capi e appendo sempre tutte le grucce nell’armadio con il gancio verso l’interno e con il fronte dei vestiti sempre rivolto a sinistra, idem per le borse. Mangio però senza problemi con tovaglioli di carta e dormo regolarmente 7 ore.

La parte dell’armadio dedicata al cambio di stagione è quella che custodisce anche roba dismessa che quest’anno ho avuto il coraggio di mettere definitivamente da parte guadagnando un po’ di spazio, ma soprattutto un po’ di dignità. Perchè più che un’anta quattro stagioni, sembrava il risultato degli avanzi della pizza omonima. Ma questo è il dramma di chi ha avuto capacità d’acquisto nei primi anni di questo secolo (saturo di parassiti senza dignità, come dice una fonte più autorevole di me) comprando capi che sarebbero imbarazzanti anche per farci le marionette.

Il mio cambio di stagione ha dei validi alleati senza i quali io sarei una donna sommersa da acquisti sbagliati e abiti di varia foggia e metratura (ricordatevi le altalene di peso): i sacchi per il sottovuoto. Quelli profumati alla lavanda sono stati la vera svolta, €1,98 di pura e sincera felicità. Attimi incommensurabilmente gioiosi in cui non finirò mai di ringraziare l’esistenza dei negozi “tutto da 0,99 a 1,99”.

Essi sono un po’ come il caldo abbraccio di un amico che nasconde tutto il nascondibile facendo in modo che la magagna risulti meno ingombrante e fastidiosa. E la cosa bellissima è che non ti senti una mega caccola ad utilizzarli, perchè non è come nascondere la polvere sotto il tappeto. Essi esistono per renderti davvero la vita migliore, anche se stropicciano un po’ i vestiti. Ma si stropiccerebbero di più se li riponessi disordinatamente, quindi sì, in sottovuoto I trust. Come le salsicce e i capocolli.

Non si può non amarli.

cambio di stagione
Qui una fase di transizione dell’amena attività.

Ps: dite che esistono anche per gli esseri umani? Avrei da ficcarci qualcuno dentro… avvolto per bene nel piumino da omino della Michelin. 

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