L’amore è una cosa meravigliosa. Ce lo hanno insegnato tutti. Nasciamo, cresciamo e invecchiamo con l’unica consapevolezza dura a morire: amare, ed essere amati, è bellissimo, anche se a volte ci fa soffrire e ingrassare, depilare dolorosamente e disumanamente, indossare tacchi per cui si necessiterebbe di porto d’armi o, nel più blando dei casi, scemunire beatamente.
Se non fosse esistito l’amore non avremmo avuto il 70% del patrimonio letterario, artistico e musicale di cui oggi possiamo godere e, se nel caso di Gigi D’Alessio sarebbe stata una fortuna, io preferisco pensare che, nonostante tutto, l’amore sia davvero una cosa meravigliosa.
La potenza di questo sentimento è talmente sconvolgente da annullare spesso tantissime regole, comprese quelle della grammatica e della sintassi. Qui la mia personale top 10 dei graffiti più amorevolmente sgrammaticati trovati gironzolando in rete.
Abbiate fede, c’è un Amore per tutti. Se lo hanno trovato (e perso, grazie al cielo) alcuni di loro, anche voi potete spegnere tutti i ceri votivi e le candele verdi del Divino Otelma e godervi l’attesa in santa pace.
Questo vince facile. Su tutto e tutti. Senza se e senza ma. Al di là del bene e del male, come avrebbe detto Nietzsche. Al di là di ogni regola e di ogni pensiero più o meno sensato. Io già ti amo. E, ovunque tu sia, ti troverò.
Caro Moccia, per te l’avventura nella casa del grande amore finisce qui. Prendi pure un lucchetto per ricordo. Da oggi si occupa il quarto piano.
Questa non l’ho capita neanche io, anzi, se qualcuno mi aiutasse ad interpretare dal verso 4 della cantica magari ce la godremmo tutti più baldanzosamente. Quel cesto de lumache mi ha depistato, mannaggia.
Io t(r)emo.
Fine dispaccio.
Caso non isolato quello del pultroppo, lo diceva anche il mio ragazzetto di quando avevo 14 anni. Sì, quello che mi cantava al telefono le canzoni di Gigi D’Alessio di cui vi ho raccontato qui. Direi che è meglio non commentare oltre.
Questo è come se mi trovassi davanti Silvio, Tosi e Giovanardi: non saprei da dove iniziare.
Palese caso di Dolce stil novo contemporaneo. L’apostrofo è un sospiro d’amore.
Tagliategli la testa. Adesso.
Tu, tu che sei ignorante, almeno tu, nel mondo errante…
‘Anvedi…
Si è spento il sole, chi l’ha spento sei tu.