Mai dire anni ’90.

Io sono stata giovincella e adolescente negli anni ’90 e, grazie al cielo, sono uscita viva dalla moda dell’ombretto bianco perlato e dal revival dei pantaloni a zampa d’elefante dalle fantasie decisamente improbabili.

I miei anni ’90 sono stati caratterizzati da avvenimenti tragici.

Un parrucchiere stronzo e misogino mi aveva tagliato i capelli. Non uno di quei tagli graziosi che si fanno alle ragazzine, no. Mi aveva completamente reciso la chioma lasciandomi quel centimentro e mezzo di riccio che crescendo mi ha fatto trascorrere le scuole medie come sosia ufficiale di Lucio Battisti. Vi dico solo che alle casse di un supermercato, la cassiera, vedendomi di spalle, mi chiamò “giovanotto” per farmi andare ad imbustare la spesa.

Persino mia cugina, nata in quel periodo, alla veneranda età di 3 giorni, mi rise in faccia facendo capolino dalla sua carrozzina non immaginando però che una delle mie comparse più inquietanti sarebbe avvenuta al suo battesimo, occasione in cui provarono a phonarmi i capelli ed il risultato fu IMBARAZZANTE. Vergognosamente imbarazzante. Occhiali con montatura dorata, cespuglio incolto, sopracciglia che manco ve lo sto a dire ed uno scamiciato a quadretti color cacca di neonato.

Ero Lucio Battisti incrociato con Harry Potter con l’espressione di Giucas Casella che corre sui carboni ardenti.

Tutto questo per dirvi che stanotte ho fatto un sogno che mi ha portato alla memoria alcuni dettagli anni ’90. Ogni tanto ci penso e mi faccio di quelle cavalcate temporali che mi fanno rabbrividire e ridere allo stesso tempo.

Noi ragazze 30enni abbiamo subito la presenza di Ambra Angiolini. Abbiamo prima lottato per avere il suo riccio morbido ed elastico, poi per il suo frangettone che non faceva respirare la pelle e ti uscivano i punti neri e cantato T’appartengoediocitengosepromettopoimantengo.Ggggiura. Poi c’era anche Pamela che ci ha mostrato come si potesse portare con poca disinvoltura una scalatura immobile e cleopatresca. O Cristina Quaranta e gli errori dei suoi biondi giallo pulcino pio.

Hai giurato davvero?

Sempre a proposito di capelli, negli anni ’90 esplose la moda delle meches larghe solo su un lato della capigliatura, e qui rabbrividiamo tutti insieme per favore e ricordiamo con poca commozione il mascara per realizzarle col fai da te.

I miei anni ’90 sono stati segnati anche dall’Invicta portato su una sola spalla e dai ciucciotti che gli attaccavo ovunque, manco fossero stati i lucchetti di Ponte Milvio e che spesso trovavo sul Cioè, ça va sans dire. Lo zaino poi pesava delle quintalate perchè, oltre ai ciucciotti, dentro ci nascondevamo la collezione di schede telefoniche che, ancora oggi, non ho capito cosa avesse di interessante, ma la facevamo tutti.

Negli anni ’90 il mio fidanzato era Brandon di  Beverly Hills 90210. Tutte volevano Dylan, a me piaceva lui perchè voleva fare il giornalista. Però i miei fidanzati erano anche Robbie Williams all’epoca nei Take That e Daniel Heyes dei Savage Garden (che non sapete quanto ho ascoltato e cantato Truly Madly Deeply). Il mio ragazzetto di fine anni ’90 mi cantava le canzoni di Gigi D’Alessio, con qualcuno dovevo pur rimediare, no? 

Gli anni ’90 sono stati anche quelli caratterizzati da un make up terrificante. Ombretti perlati bianchi e azzurri, brillantini ovunque e lucidalabbra fatti con la bava delle lumache.

Devo dire però che, nonostante le pessime tendenze, quegli anni sono stati bellissimi, segnati da grandi amicizie e da ricordi impressi a fuoco nella memoria perchè non eravamo distratti da smartphone e foto da condividere (menomale, considerati i look improbabili).

Anni in cui non ci rodevamo il fegato per un messaggio visualizzato ma rimasto senza risposta. Allenavamo l’arte della pazienza. E, spesso, quella della speranza.

Erano gli anni delle cabine telefoniche, degli ultimi juke box e delle canzoni ascoltate nei bar vicino al mare. Gli anni in cui i ragazzini preferivano pomiciare invece che associarsi in baby gang.

Ah, erano anche “gli anni in motorino sempre in due“, e anche in tre, in campagna, saltando sulle buche e facendo rimbalzare il cuore e le gole piene di risate, perchè dividersi una sigaretta era bello solo così.

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8 commenti

  1. Sono una tua nuova follower 🙂 Anche io adolescente negli anni ’90, con i capelli tagliati alla Kelly Taylor, i jeans a zampa, la borsa a secchiello e i vestitini da ragazza di “Non è la Rai” per andare a ballare al sabato pomeriggio. Addirittura, essendo del 1978 faccio parte di coloro che, sedicenni nel 1994, si sono riconosciuti nei personaggi di “Tre metri sopra il cielo” avendolo letto a quasi 30 anni. Questo tuo articolo mi ha emozionata 🙂

  2. Ti adoro, te lo volevo dire. In quel modo in cui lo dicevo nel ’96 e che significava che sarei potuta stare con te per ben due settimane. Ahhh, i flirt targati anni ’90… 😀
    P.S. DYLAN. Non sei una vera teenager se non ami quello che ti spezzerà il cuore, sappilo! 😀

    1. Eeeh, il cuore spezzato, lo so… ma Brandon voleva fare il giornalista ed io non potevo resistere!!!

      In tutto ciò, adoriamoci e stasera andiamo a bere qualcosa acconciandoci con la coda altissima e i glitter sulle braccia!

  3. Negli anni ’90 andavo a scuola con le camicie a scacchi che vanno di moda ora tra i millenial. Me le cuciva mia madre ed io non potevo ribellarmi. Ora a guardare le foto dell’epoca sembro un viaggiatore nel tempo.

    1. Io benedico ogni volta l’assenza degli smartphone e di Instagram. Se ci sputtaniamo il presente almeno possiamo preservare la dignità del passato 😀

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