Tutti i bambini temperano i pastelli, i Junior MasterChef temperano il cioccolato.
Tutti i tanti bambini fanno i collari coi fili d’erba alle lucertole, i Junior MasterChef disossano anatre.
Mentre tanti bambini guardano Violetta, i Junior MasterChef, le violette, le usano per aromatizzare dolci di ispirazione austroungarica soffici come nuvole.
Se tanti bambini si sono autoresponsabilizzati grazie al Tamagotchi, i Junior MasterChef si prendono cura del lievito madre, emozionandosi ad ogni progresso come premurose mamme che sorridono dei movimenti intestinali dei propri pargoli.
Tutti i bambini giocano con la plastilina, i Junior MasterChef denigrano Buddy Valastro creando il plastico della propria scuola in pasta di zucchero, che finirà da Bruno Vespa alla prima disgrazia.
Ai bambini viene insegnato che non ci si vendica, ai Junior MasterChef che la vendetta è un piatto che si serve freddo (e in quel caso si spacca gettandolo a terra, Bastianich docet).
Se per tutti i bambini Ratatouille è un film d’animazione pronunciabile come gli pare, per i Junior MasterChef la ratatouille è una cosetta da cucinare al volo tra un compito e l’altro. Di francese, naturalmente.
Molti bambini pensano che i fratellini vengano trovati sotto un cavolo, i Junior MasterChef coi cavoli preparano ottimi piatti al gratin e probabilmente inforneranno anche i fratellini un giorno.
Ai bambini comuni il passato di verdura viene spacciato per zuppa di drago (capitocome), i Junior MasterChef lo assaggeranno consapevoli che l’armatura di una cipolla è davvero affascinante, altro che le tue stupide storielle sui draghi (che lo sanno tutti, non ci puoi fare le zuppe).
Per molti bambini la cucchiarella è una minaccia, per i Junior MasterChef è una specie di bacchetta magica.
Se tanti bambini rompono e basta, i Junior MasterChef rompono al massimo la maglia glutinica.
I bambini comuni se non mettono in ordine la stanza vengono ammoniti da tata Lucia, i Junior MasterChef da Gordon Ramsay che gli manda un’ispezione sanitaria.
Io da bambina giocavo a cucinare sul balcone di casa, mettendo la pasta a cuocere nei pentolini scaldati al sole.
Ok.
Questa forse non avrei dovuto raccontarla.